La cattura di Dudus vale 100 cadeveri?
La polizia jamaicana sta usando l’operazione per prendere il pericoloso narcotrafficante anche per regolare piccole e grandi vendette.
Chi cade sotto i colpi delle armi da fuoco non sono solo i martiri della droga, ma anche e soprattutto civili, che non sapendo dove andare sono stati costretti a rimanere a Tivoli Gardens, il cui paesaggio assomiglia sempre di più ad un inferno.
E se per giorni la stampa e i siti di informazione hanno parlato di quanto sta succedendo solo come una contrapposizione tra il bene e il male, cominciano ad emergere sempre dettagli più macabri.
Il Gleaner è riuscito a riprendere cosa succede nel cimitero di My Pen, il più vicino ai luoghi degli scontri.
Lo scenario offre cadaveri in avanzato stato di decomposizione, casse da morto accatastate una sull’altra.
Tra le vittime anche donne e bambini e la Cnn ha parlato addirittura di corpi bruciati in strada dalla stessa polizia jamaicana.
E poi ci sono anche le prime ma fondamentali domande. A porsele è in primis sempre il Gleaner che in un editoriale ricostruisce la vicenda Dudus, sottolineando come la richiesta di estradizione del governo americano risalga all’agosto del 2009.
Per quasi un anno le autorità jamaicane hanno respinto tale richiesta adducendo irregolarità formali e sostanziali.
Se quelle irregolarità erano vere, come mai all’improvviso non hanno più nessuna importanza per il primo ministro Bruce Golding e la sua compagine di governo?
Questa domanda in pochi se la sono posti, come in pochi hanno cercato di capire perché si è arrivati fino a questo punto.
Le cose non accadono per caso, sono frutto della storia e del clima politico e sociale. In maniera superficiale molti giornali italiani nel parlare di Jamaica l’hanno definita paradiso perduto, come se fino a questo momento l’isola caraibica fosse stata una sorta di luogo di pace e amore, come molti amano immaginare la patria di Bob Marley.
Quello che oggi si è scoperto è una sorta di vaso di pandora fatto di legami tra politica, criminalità e corruzione. Ma soprattutto si è capito quanto sia ancora fragile il modello di democrazia jamaicano.
E se quello che sta succedendo a Tivoli Gardens fosse solo l’inizio di una storia nella quale alcuni “signori della droga, delle armi e della guerra” possono prendere in ostaggio un’intera comunità dove nella totale assenza dello stato, il criminale diventa l’unica vera figura di riferimento?
Dopo anni durante i quali si è fatto finta di nulla, i nodi vengono al pettine. Da questo momento in poi bisogna costruire il futuro, perché se l’operazione Dudus e l’enorme sacrificio di vite umane non sarà servito a nulla, allora la Jamaica rischia di inabissarsi definitivamente.
Bisognerà prima di tutto istituire un’accurata e indipendente ricostruzione di quanto sta succedendo in questi giorni e vanno definite le responsabilità di chi ha provocato questo massacro.
In caso contrario altro odio sarà stato seminato e nessun processo di pacificazione potrà essere realmente pensato.
Mr.Bigga
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