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lunedì 14 giugno 2010

The Rebirth” significa rinascita ed è con questo titolo che un militante rootsman degli anni ’70 ha voluto celebrare il ritorno con un nuovo disco. Lui si chiama Pablo Moses e seppure in molti non lo ricordano, ha realizzato oltre 30 anni fa canzoni di rara bellezza.

Prima che con il disco, l’artista jamaicano ha riassaggiato la voglia di fare musica con una serie di concerti che lo hanno visto al fianco di U-Roy, un altro grande della musica jamaicana.

Disco è stampato su etichetta Grounded Music e nella discografia di Pablo Moses è il sesto album. I suoi predecessori si chiamano “Revolutionary Dream” (1975), “A Song” (1980), “Pave The Way” (1981), “In The Future” (1983) e “Tension” (1985).


Sono trascorsi 15 anni e la costante di questo uomo è ancora la voglia di diffondere “roots&culture”, come nella migliore tradizione della musica reggae. Per questo importante ritorno l’artista originario del parish di Manchster ha chiesto l’aiuto di grandi musicisti quali Sly & Robbie, Dean Fraser, Dwight Pinkney.


The Rebirth” non cerca percorsi sperimentali, sceglie il roots e lo sviluppa nella maniera migliore possibile senza derive moderniste. E quando si parla di roots, si parla di una linea melodica e sonora semplice, ma di grande efficacia.
E soprattutto si parla di un unione di strumenti, compresa la sezione fiati, guidati dal basso e dalla batteria.


Ritmi che alternano cadenze veloci a momenti più ipnotici, così come è ipnotica la voce di Pablo Moses che racconta storie di spiritualità, che descrive la realtà e che interpreta a suo modo l’amore C’è grande vitalità in “Born To Be Bad”, il pezzo di apertura che vuole essere anche il manifesto di chi non vuole cambiare per conformarsi alla massa. Significativa la frase “I believe in the justice, i’m an activiste”.


So Much” ha una forza descrittiva potente, nel descrivere un’umanità di tutti contro tutti, ad accompagnarla una base sincopata con echi e riverberi dub.
“Mama Yeah” è una tune dal suono tribale e ancestrale, un’acclamazione alla Motherland “per aver donato a tutti la cultura”.
“Jah Will Make A Way” è uno dei picchi espressivi dell’album, ritmo avvolgente, lyrics profonde e spirituali per ritrovare nelle difficoltà della vita la forza per andare avanti e seguire la strada che Jah ha tracciato per tutti noi. “The Can’t Undo” ha una ritmica splendida, mentre la successiva “More Than You Can Chew” ha una corposa base roots sulla quale è difficile stare fermi. “We Have The Capability” è una parentesi ska molto particolare e piacevole.


Classe e naturalezza sono due aggettivi che ben descrivono “The Rebirth”, disco assolutamente essenziale per tutti coloro che amano la vibrazione roots.


MR BIGGA


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