L’artista si è così preso molto tempo per elaborare un nuovo progetto discografico e l’idea di realizzare qualcosa di diverso gli è subito apparsa come il miglior modo per vincere quella sfida.
Proprio nell’illustre disco predecessore (uscito nel settembre del 2005) c’era un brano che Damian condivideva con Nas, rapper americano di belle speranze. Si trattava di “Road To Zion”, un brano tra i più significativi dell’intero album, un episodio nel quale si celebrava l’incontro dell’hip hop con temi di profonda spiritualità Rasta.
Sono trascorsi 5 anni da “Welcom To Jamrock” e quella che sembrava una momentanea collaborazione si è cementata in amicizia e condivisione, il cui risultato finale è arrivato proprio in questo mese di maggio.
Si tratta dell’album “Distant Relatives”, un progetto molto più ampio di quello che dovrebbe rappresentare un disco.
Dietro i due protagonisti c’è infatti un cammino nel quale anche l’impegno sociale diventa un elemento essenziale, come dimostra il coinvolgimento di Damian e Nas nella costruzione di scuole in Africa e nel favorire progetti di emancipazione economica. Buona parte del disco è prodotta dallo stesso Marley, come sempre in collaborazione con il fratello Stephen, già fondamentale nelle altre produzioni di “Jr. Gong”.
L’attesa e la curiosità dei fans su questo nuovo disco è cresciuta a dismisura, tanto da spingere gli stessi artisti a dare qualche settimana prima dell’uscita ufficiale (18 maggio), una session in preview sul web.
Bisogna inoltre ricordare che il singolo “As We Enter” aveva già da tempo annunciato la buona novella, un assaggio di quelle che poi sarebbero state le caratteristiche principali dell’album.
Due traiettorie che partono una da Brooklyn e l’altra da Kingston e che poi si congiungono in Africa. Può essere questa un’efficace chiave di lettura di “Distant Relatives”, così come anche quella più semplicistica che vede il disco come luogo di definitiva comunione tra l’hip hop e le sonorità reggae e dancehall.
Questo è d’altronde quanto emerge dall’ascolto del disco, una varietà di suoni e sensazioni che lo rende ricco di sfumature e di spunti.
Il classico beat rap che si avvolge e si snoda lungo battiti in levare e più martellanti incipt dancehall, echi di chitarre acustiche e certosina produzione, che non rendono vani il lungo periodo che è dovuto trascorrere per un disco che a suo modo può segnare un’epoca, almeno nelle rappresentazioni virtuali della musica jamaicana.
Per Damian Marley e Nas il perché di “Distant Relatives” è molto più immediato e diretto, riassunto nella frase pubblicata nel sito dedicato al disco e nel quale è possibile leggere: “Sia l’hip hop che il reggae fanno muovere la gente, allora perché non farla muovere unita?”. Le tracce dell’album vanno ascoltate con attenzione perché ogni volta che le senti cogli qualche particolare nuovo.
C’è il dramma della guerra civile somala nell’intensa e cupa “Tribal War”, alla quale partecipa un figlio di quella terra sofferente, l’artista K’naan. “My Generation” è un manifesto di cosa i giovani di tutto il mondo oggi vorrebbero, ovvero un concreto cambiamento per la costruzione di un mondo migliore.
Il brano, al quale dà il suo ottimo contributo anche Joss Stone e il rapper Lil Wayne, inizia con l’innocente e pura voce dei bambini alla quale si sovrappone quella dell’artista soul inglese, creando quasi un effetto gospel. E alle magiche collaborazioni si aggiunge anche quella di Junior Reid nella tune “Ancient People”, un omaggio agli antenati e alla loro cultura in uno dei pezzi dove la vibrazione reggae spicca maggiormente.
L’Africa e la sua forza spirituale e simbolica emerge nella meravigliosa “Africa Must Wake Up” e nella combination da sogno con Dennis Brown nell’epica “Promise Land”, che qui diventa “Land Of Promise”. E poi ancora l’eterea “Patience”, la vigorosa “Nah Mean” e l’impegnata “Strong Will Continue”.
Proprio in quest’ultima canzone, l’impegno di Damian e Nas di proseguire insieme un percorso che sembra possa regalare ancora emozioni e soddisfazioni.
[[[ MR. BIGGA ]]]
Nessun commento:
Posta un commento